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SISTRI: dal 2019 sarà abolito definitivamente, ma non è chiaro cosa ci sarà dopo
Non è, allo stato chiaro, nè lo chiarisce il Comunicato, con quale altro sistema il Governo intenda sostituire le funzioni cui – seppure largamente disattese e realizzate con grandissimo spreco di risorse pubbliche e soprattutto delle imprese direttaamente interessate – il SISTRI avrebbe dovuto servire: asssicurare un tracciamento corretto del ciclo dei rifiuti al fine di impedire ( o comunque rendere facilmente perseguibili) ogni pratica di smaltimento illegale o scorretto dei rifiuti e, segnatamente, di quelli più pericolosi per l’uomo e la natura.
I nostri lettori ricorderanno come, nel corso della recente edizione di ECOMONDO 2018, a Rimini, si è discusso dei nuovi modelli digitali per l’accompagnamento dei rifiuti durante il loro percorso verso le sedi di stoccaggio o di smaltimento e di una nuova struttura, anchessa digitale, del MUD che dovrebbe consentire alle imprese produttrici ed alle altre che neel ciclo dei rifiuti sono impegnate, di evidenziare agli organi di controllo, in modo facilmente accessibile, il “conto” della propria attività.
Attendiamo con impazienza, di verificare se le buone intenzioni si tradurranno in fatti.
Per il momento “godiamoci” l’annuncio della soppressione – tardiva ma definitiva – del SISTRI.
Tuttavia, come hanno fatto altri nostri colleghi, ci sia permessa una domanda: chi rimborserà alle imprese il costo dello smantellamento, sui propri veicoli, degli apparati che avrebbero diovuto monitorare il traffico dei rifiuti e che si sono invece ridotti ad essere un puro aggravio di peso per gli autoveicoli? Si tratta, per quel che ne capiamo, di un costo salato che rischia di esserlo ancor di più se si tenga conto dell’inevitabile fermo maacchina necessario all’operazione in officina.
Ben venga allora un provvedimento, quale che sia, che possa ristorare i costi delle imprese e contribuire a stemperare la rabbia per aver dovuto, per anni, portarsi in giro un aggeggio del tutto inutile.