– Editoriale –

Note a margine del Nostro Congresso Nazionale
Roma, 11 luglio 2022
Sarebbe stato difficile, alla vigilia, prevedere un risultato più lusinghiero, nonostante fossero stati definiti obiettivi precisi ed anche abbastanza ambiziosi. In particolare, come dovrebbe esser per ogni appuntamento congressuale, volevamo testare lo stato di salute dell’associazione, misurato sia sul livello di partecipazione dei propri aderenti, sia sulla sua capacità di richiamare l’attenzione della politica sul nostro settore. Avevamo anche inserito un esperimento abbastanza raro (forse il primo) in Italia, quello di portare a confronto esperienze dirette di imprenditori italiani ed europei, per capire differenze e punti di contatto tra loro, nell’intento di avvicinare il territorio dell’Europa con cui, volenti o nolenti, saremo chiamati sempre più spesso a fare i conti, ma partendo dalla voce di trasportatori fatti di carne e ossa.
Insomma, una verifica improntata sull’essere piuttosto che sull’apparire, sulla concretezza rispetto all’evanescenza degli slogan, sulla serietà di un’organizzazione che intende rispondere anche così alle recenti idiozie introdotte per legge, con evidenti complicità associative, sul tema della rappresentanza di questa categoria.
Per fare tutto ciò, abbiamo scelto giornate impervie per chi conduce un’azienda di venti/cinquanta camion, per non dire dei mono-veicolari: giovedì e venerdì (più il mercoledì per l’80% dei nostri delegati, provenienti da fuori Roma). Infine, non previsto, ci si è messo pure il covid che ha ripreso prepotentemente a crescere, costringendo all’isolamento anche molti dei nostri che avevano già prenotato l’albergo. Insomma, una sorta di stress-test per provare la nostra stessa tenuta.
Tutto ciò non ha impedito una presenza massiccia di imprenditori – accompagnata da una certa generale curiosità – alla nostra due-giorni congressuale, articolata in quattro eventi (di cui diamo un ampio resoconto sul nostro sito).
Alla politica abbiamo ribadito che¸ se nell’emergenza è necessario e doveroso l’intervento dello Stato, nella normalità le imprese devono vivere sul mercato, non sull’assistenzialismo pubblico. Per questo, sono necessarie le regole: per dare un perimetro di sicurezza e legalità alla competizione tra imprese. Se il baratto “soldi al posto delle regole” è comprensibilmente più comodo per i politici, risulta inaccettabile quando viene perseguito da chi vuol rappresentare in maniera dignitosa le PMI dell’autotrasporto. Qui siamo quasi soli, a livello associativo, ma in buona compagnia, tra i trasportatori.
Il governo attuale ha preferito questa strada, per la verità, in sostanziale continuità con quasi tutti i governi precedenti. Ma chi ha voluto che la strada fosse questa sono gli stessi che si oppongono, nei fatti, a che si discuta seriamente il tema di come rendere questo settore interessante per chi voglia investirci. Dunque, partita difficile, la nostra, in salita, ma noi proveremo a giocarcela fino in fondo, ricominciando proprio nei prossimi giorni.
Sul versante interno, dopo la puntuale e trasparente ricognizione effettuata dalla nostra presidente Anna Manigrasso (riconfermata nell’incarico per il prossimo mandato) della nostra organizzazione, che ci ha visto crescere ulteriormente, sono stati indicati gli obiettivi prioritari dei prossimi quattro anni: sviluppo dei territori, con alcune priorità: Piemonte, Lombardia, Veneto e dorsale adriatica; aree metropolitane; porti e snodi intermodali. Attenzione a possibilità di realizzare convergenze con realtà associative imprenditoriali diverse dall’autotrasporto, ma sulla base della pari dignità; costruzione con i sindacati dei lavoratori dipendenti di relazioni più avanzate, puntando a individuare aree di interesse che, nella diversità dei ruoli, possano risultare di comune interesse; favorire l’ampliamento e il rinnovamento (anche generazionale) dei gruppi dirigenti dell’associazione, con i primi significativi passi anche nella fase di rinnovo degli organismi nazionali; rafforzare l’interlocuzione con le Regioni, specie per temi come infrastrutture, lavoro, formazione e legalità sui territori.
Abbiamo aperto una finestra sull’Europa, portando al confronto trasportatori esteri con gli Italiani, grazie al contributo datoci dall’UETR, a cui Assotir aderisce dal 2015. Il successo ottenuto dall’iniziativa, ci incoraggia a proseguire su questa strada. E però, sfatando tanti luoghi comuni, abbiamo visto come certe battaglie (lotta all’intermediazione, costi minimi, ed altro) siano comuni e condivise. Ci sono molte cose che, pur con le differenze del caso, uniscono i trasportatori europei, specie quelli del centro-ovest. Dovremmo essere più consapevoli dell’energia che da queste suggestioni può scaturire per dare maggiore forza alle ragioni dell’autotrasporto in Europa, dove, se possibile, sono ancora più negate che a livello nazionale.
Infine, la nostra cena sociale del 7 luglio, con 150 invitati, molti ospiti, tanta simpatia e tanta empatia. Un momento di serenità e di allegria vero, nonostante tutto, che non collide affatto con le difficoltà della situazione, ma anzi ne rappresenta un breve stacco, prima di ricominciare. Una bella sintesi del clima di pulizia che si respira in Assotir, condiviso e alimentato dai nostri associati.
Insomma, senza nasconderci le difficoltà, penso che dalla nostra tornata congressuale possiamo trarre molte e fondate ragioni di ottimismo. In questo, Assotir, la vede come i suoi imprenditori.
Claudio Donati