– Editoriale –

Considerazioni a margine della sentenza del TAR del Lazio di annullamento del Comitato Centrale per l’Albo degli Autotrasportatori
È la prima volta, nella storia dell’autotrasporto italiano, che l’Albo degli Autotrasportatori vede il proprio Comitato Centrale azzerato da una sentenza della Magistratura Amministrativa, perché costituito in modalità non conforme alla legge.
Speriamo, come Associazione, di non essere ricordati solo per questo, ma è certo che, per due volte in pochissimi anni, Assotir ha dovuto rivolgersi alla Magistratura per vedere riconosciuti i propri diritti. Domandarsi il perché è legittimo, ma lo lasciamo alla valutazione di ognuno di voi.
Adesso, spetterà al Ministero e al Ministro trovare le soluzioni, peraltro già indicate dalla sentenza dal Tar, per la ricostituzione del Comitato Centrale. Quel che è certo è che, da oggi, ci sarà meno disinvoltura nell’applicazione delle norme.
Qual è il valore politico di questa vicenda? Direi che è di notevole portata, perché questa sentenza legittima – sul piano giuridico – la battaglia portata avanti, in perfetta solitudine, da Assotir, contro “le pastette” fatte in barba alle leggi. La pastetta, nel caso specifico, era propedeutica ad una “rivoluzione” della rappresentanza nel nostro settore, per mettere l’Autotrasporto sotto tutela delle Confederazioni, attraverso una norma preparata – non a caso – in clandestinità e servita su un piatto d’argento (si fa per dire) alla politica. Il fatto che, oggi, anche chi ha sostenuto quella “rivoluzione” (mentre Assotir si batteva ad ogni livello per bloccarla) invoca un cambiamento delle regole sulla rappresentanza, la dice lunga sugli obiettivi dell’operazione messa in cantiere.
Comunque, stavolta (a volte succede) il gioco non ha funzionato e qualcuno ha fatto la fine di quei suonatori che andarono per suonare e furono suonati.
Tutto ciò costituisce un buon sintomo di cambiamento, di cui ci auguriamo che il nuovo Governo vorrà prendere nota.
Dopodiché, nemmeno per un minuto possiamo cullarci su quello che potremmo anche considerare un nostro successo, perché l’attenzione rimane concentrata sulla situazione di grande difficoltà della maggior parte dei trasportatori italiani.
C’è da dire che da questa vicenda, noi traiamo rinnovato slancio per portare avanti le nostre battaglie, vale a dire le Quattro Regole, che (si ricorderà) abbiamo sottoposto, durante la recente campagna elettorale, alla valutazione di oltre 30 rappresentanti delle maggiori forze politiche (sedici di questi siedono oggi in Parlamento, e qualcuno sta al Governo): l’obbligatorietà dei costi minimi; la disciplina della subvezione, ai sensi del Regolamento UE 1055/2020, art. 5 lett. g); l’effettivo rispetto dei tempi di pagamento e del tempo impiegato per il carico e lo scarico delle merci. Da tutti abbiamo ricevuto, in quella fase, un consenso pressoché unanime. Adesso inizia la verifica.
Dovremmo aggiungere, come motivo di ulteriore conforto, le recenti convergenze su queste nostre proposte da parte di diverse associazioni dell’autotrasporto, una su tutte UNATRAS. Anche se il fatto che poi la stessa UNATRAS, nella recente richiesta di incontro al Ministro Salvini, abbia già “dimenticato” queste richieste, contraddicendo quanto scritto appena due mesi fa, ci obbliga alla prudenza, in attesa che i fatti dimostrino che magari abbiamo pensato male.
Infine, sull’emergenza caro-gasolio, mentre salutiamo positivamente la conclusione, per quanto faticosa, dell’operazione “credito d’imposta 28%” sul gasolio, non possiamo non sottolineare il limite di un intervento pensato nella logica “una tantum”, quando invece, la durata della crisi imponeva ed, impone, di affrontare la questione del caro-energia con un approccio strategico, salvaguardando, l’automatismo del privilegio riservato ai veicoli meno inquinati (Euro 5 e 6), attraverso il cosiddetto “gasolio commerciale”, di € 0,21/litro di sconto. Anche su questo, non appena il Governo vorrà sentirci, abbiamo qualche idea da proporre.
Claudio Donati