Si è svolta sabato 9 aprile scorso, alle ore 10,00, presso l’albergo-ristorante “Da Carlo” in via Ortana Vecchia, 1 nella frazione di San Liberato a Narni (TR), (a cui vanno i ringraziamenti per aver ospitato l’incontro), l’assemblea pubblica organizzata dalle sedi provinciali di ASSOTIR di Terni e Viterbo che ha visto una buona partecipazione da parte delle imprese di trasporto merci locali in cui si è discusso in merito all’accordo nazionale sottoscritto da alcune associazioni di categoria ed il governo.
Per ASSOTIR erano presenti il presidente provinciale di Terni, Piero Guidetti, la presidente provinciale di Viterbo, Rosa Maria Pepponi, il responsabile dello sviluppo del territorio, Patrizio Loffarelli, ed il responsabile Infrastrutture e viabilità, Alessandro Manzi.
Molti sono stati i temi, sia di carattere locale che nazionale, affrontati durante la riunione: dall’emergenza caro-gasolio, “risolta” momentaneamente dal governo con la riduzione di 25 centesimi a litro dell’incidenza delle accise (che paradossalmente ha penalizzato le imprese con veicoli ambientalmente meno impattanti), all’obbligatorietà dell’inserimento della clausola di salvaguardia del gasolio nei contratti scritti, che nei fatti non aiuta minimamente le imprese di trasporto a farsi riconoscere il giusto compenso per i servizi che svolgono per i loro clienti.
Ad aprire la riunione è stato il Presidente ASSOTIR di Terni, Piero Guidetti:” Quella di oggi rappresenta un momento molto importante per spiegare alle imprese di autotrasporto locali le vicende che hanno interessato il settore negli ultimi mesi e come si è conclusa la vertenza con il governo che non ha portato a nulla di buono per il settore. La gestione dell’emergenza caro-gasolio, i finti fermi che alcune associazioni hanno proclamato pur consapevoli di non poterli fare e la scelta di rendere la clausola di salvaguardia del gasolio obbligatoria per i contratti scritti sono tutti fatti che dimostrano come le associazioni che hanno sottoscritto il protocollo d’intesa con il governo hanno preso in giro le imprese che rappresentano”.
Rosa Maria Pepponi, Presidente di ASSOTIR di Viterbo, ha spiegato come:” la conclusione della vertenza con il governo, che ha visto le altre associazioni sposare la logica della clausola di salvaguardia del gasolio rinnegando la battaglia per il ripristino dei costi minimi, rappresenta un’enorme occasione persa per il settore, sia per dare un minimo di regole ad un comparto strategico come il nostro per l’economia nazionale, sia per tornare ad avere un minimo di credibilità nei confronti delle imprese”.
“Pur consapevole del momento che stiamo vivendo e della sfiducia nei confronti del mondo associativo – ha proseguito Pepponi – invito tutto le imprese presenti a sposare le battaglie che ASSOTIR sta portando avanti, l’unica Associazione a non condividere il protocollo d’intesa sottoscritto con il governo e ad associare solamente imprese di autotrasporto merci per conto terzi”.
Alessandro Manzi, Responsabile Infrastrutture e viabilità di ASSOTIR, dopo aver illustrato i punti dell’accordo nazionale, ha ribadito il concetto espresso dalla Presidente Pepponi: “Purtroppo nel nostro mondo c’è un problema di rappresentanza enorme per il quale alcune associazioni di categoria tutelano interessi diversi da quelli delle imprese di autotrasporto. Scegliere ASSOTIR significa fare una scelta di campo e ben precisa: stare dalla parte dei trasportatori”.
Infine, Patrizio Loffarelli, Responsabile sviluppo del territorio, ha illustrato le controproposte promosse da ASSOTIR, rispetto all’accordo sottoscritto:”Per riformare seriamente il settore crediamo sia necessario intervenire su quattro aspetti: “reintroduzione dei costi minimi obbligatori, un rafforzamento della legge sui tempi di pagamento, una nuova disciplina della subvezione, ed un miglioramento della disciplina dei tempi di attesa”. “Fondamentale poi è il rapporto con i territori da cui si possono attingere idee e proposte con le imprese – ha proseguito Loffarelli – proprio per questo quella di oggi non sarà una riunione fine a sé stessa ma soltanto l’inizio della costruzione di un percorso nuovo e condiviso”.
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