Il Presidente, dal canto suo, ha assicurato un intervento immediato sulle questioni, evidenziate dai trasportatori, che possono essere risolte a strettissimo giro.
Dovrebbero sbloccarsi, dunque l’istallazione di servizi igienici nei piazzali; la messa a disposizione dell’area dove ospitare moduli abitativi uso ufficio in attesa dell’iter di assegnazione, alle imprese operanti nel Porto, di spazi operativi definitivi nell’Area Special Cargo che va comunque accelerata.
Altro tema su cui il Presidente si è impegnato è quello di ottenere maggior impegno e garanzie per le imprese operanti in porto da parte degli armatori.
Abbiamo voluto sentire – sulla protesta di questi giorni e sul suo, almeno provvisorio, esito – il pensiero di Patrizio Loffarelli.
“La nostra forma di protesta – sottolinea il rappresentante di Assotir – ha voluto rappresentare un’occasione di riflessione non soltanto per l’Amministrazione dell’Autorità di sistema, ma per l’intera Città, per i suoi operatori economici, i lavoratori ed i cittadini civitavecchiesi.
Abbiamo voluto, forti dell’unità raggiunta dalla categoria, denunciare come manchi, da parte di troppi, la giusta attenzione per il rilancio della parte mercantile del nostro scalo, che, nonostante ne siamo tutti orgogliosi, non può essere visto soltanto come il principale approdo crocieristico italiano ed uno dei maggiori scali passeggeri del nostro Paese.
Civitavecchia, che è il Porto di Roma e del Centro Italia, deve tornare ad essere anche un grande porto commerciale”.
Loffarelli torna poi sulle questioni che sono alla base delle difficoltà in cui si dibatte il Porto e che pesano innanzi tutto sulle imprese che in esso lavorano, ad iniziare dai trasportatori: “La mancanza cronica di personale in dogana, la sospensione improvvisa di un servizio nave per la Sardegna a discapito del traffico merci per 15 gg senza alcun preavviso, il continuo mancato sviluppo del traffico container, la mancanza di aree cargo, piazzali ed infrastrutture per uffici, la recente azione di sequestro delle gru, la perdita di una parte del traffico legato all’automotive in export, denotano una perdurante mancanza di attenzione da parte del governo centrale, di quello regionale e degli Amministratori di un grande bacino di produzione e consumo come quello rappresentato dalla Città di Roma, verso la crisi in cui versa l’attività mercantile del Porto di Civitavecchia”.
“Non è possibile che, in presenza di un simile retroterra non riesca a decollare adeguatamente il traffico container e quello delle rinfuse, mentre si è ancora lontani dal ritornare agli standard, del recente passato, in termini di lavoro, di traffici e di occupazione”.
“Ma – continua Loffarelli – se va in crisi il Porto, non vanno in crisi soltanto gli operatori, ad iniziare dai trasportatori. Va in crisi l’intero territorio e la cultura portuale che è intimamente connessa alla realtà civitavecchiese e che ne ha rappresentato, nel tempo, una caratteristica fondamentale”.
“Con il nostro fermo abbiamo voluto dare un segnale e ci auguriamo che esso sia stato adeguatamente recepito da chi ha la responsabilità – tanto a Molo Vespucci, quanto alla Pisana ed a Porta Pia – di sostenere adeguatamente il rilancio dello scalo mercantile più importante del Centro Italia”.
“Assotir e gli Operatori Portuali – conclude Loffarelli – hanno deciso di sospendere la protesta sulla base di un atto di fiducia nelle assicurazioni del Presidente Di Majo, del Direttore dell’Agenzia delle Dogane dott. Kessler. Ma nessuno si illuda che bastino le promesse a fermare l’iniziativa di chi, forte dell’unità raggiunta, continuerà a presidiare l’attività delle Istituzioni e non esiterà a dar vita a nuove mobilitazioni se esse non fossero coerenti con le assicurazioni forniteci negli incontri di questi giorni”.
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