– Editoriale –
L’impennata del costo del gasolio: occorre fare squadra. Assotir scrive agli agricoltori
“Buongiorno Claudio. Qui la situazione sta diventando sempre più critica con questi aumenti costanti del gasolio. Cosa possiamo fare nel breve termine per arginare tutto questo?” Questo è il messaggio inviatomi da una nostra imprenditrice, che chiede, con molto garbo, alla propria associazione un aiuto almeno a capire quello che sta succedendo. La stessa imprenditrice, solo pochi mesi fa, esprimeva un cauto ottimismo, perché il lavoro aveva ripreso a crescere. Ma questo aumento del carburante è destabilizzante, perché non controllabile e non trasferibile sulle tariffe di trasporto.
Un’associazione non può non partire da queste cose, nell’individuare le priorità dalla propria azione.
Il messaggio della nostra amica fotografa perfettamente quello che egli economisti definiscono “inflazione” (cioè un aumento dei costi superiore ai ricavi), ma denuncia anche il rischio di “stagflazione” (scusate la parolaccia: un aumento dei costi che scoraggia la domanda e quindi frena la ripresa economica) a cui ci stiamo esponendo.
Questo non può non essere un tema decisivo per il Governo. Non si tratta solo delle difficoltà di un settore, ma del rischio di un’intera economia di precipitare in una nuova recessione che l’Italia non può permettersi. Per questo il Governo deve intervenire con misure di urgenza, per evitare che la ripresa si inceppi, non solo nel nostro settore, ma in tutti i settori in cui l’uso dell’energia è preponderante.
Assotir ha scritto in questo senso una lettera alle Organizzazioni dell’Agricoltura, per verificare la possibilità di iniziative unitarie su questo terreno. Su cui occorrerebbe costruire un’alleanza ampia con le varie realtà imprenditoriali (ed anche con i rappresentanti dei lavoratori), piuttosto che richiedere briciole attraverso qualche emendamento di amici, quasi a chiedere un favore, peraltro non esaudito.
Anche se, a sentire i telegiornali, sembrerebbe che, tra emergenza Covid ed emergenza Quirinale, non ci sia proprio spazio per nient’altro, in alcuni casi tutto ciò rischia di essere un alibi. Perché, se la politica può anche non rispondere alle questioni sollevate da imprese o da semplici cittadini, cosa ben diversa è quando addirittura si evita di porre questioni (che magari urtano con altri interessi) alla politica, per non metterla nell’imbarazzo di dover scegliere da che parte stare.
Il caso mi pare calzante per il nostro settore, dove stiamo assistendo ad un continuo rinvio, da parte del Governo, anche su quel minimo di impegni che, con molta fatica, aveva assunto, tramite la Viceministra Sen. Teresa Bellanova, come ad esempio quello di costituire un Tavolo sulle Regole per l’Autotrasporto.
Sono passati altri due mesi (dopo l’intero anno precedente) e nessuno su questo argomento, tra le Associazioni del settore, a partire da quelle da poco insediate nell’Albo degli Autotrasportatori, ha mosso un dito.
Nel frattempo, si parla d’altro, magari minacciando proteste, che risultano velleitarie fin dal primo lancio. Il costo del gasolio alle stelle! Non parliamo del gas. Benissimo! Anzi, malissimo! E dopo questa scoperta che si fa? Ci si limita a raccogliere eventuali briciole per venderle come conquiste epocali. L’importante è non chiedere con la forza necessaria i costi minimi, il cui adeguamento, se ci fossero stati, avrebbe, ovviamente, aiutato a gestire meglio anche gli aumenti del carburante. O magari, una dignitosa disciplina della subvezione, alla base di un’enorme e quotidiana speculazione a danno dei veri trasportatori.
Ma, a parte i temi, quello che risulta poco credibile (sia per la categoria che per la politica), è l’approccio, perché ogni richiesta, quando fa riferimento a eventuali proteste della categoria in caso di mancato accoglimento, le presenta come un qualcosa di subìto anziché qualcosa che viene promosso dalle Associazioni.
È la conferma che “can che abbaia non morde”.
Sarebbe il caso, questo è l’appello che mi sento di fare ai colleghi delle associazioni dell’autotrasporto, di trovare rapidamente una quadra, sia su quello che si deve chiedere davvero, che sugli strumenti da mettere in campo.
Claudio Donati