– Editoriale –
Dal “Decreto Dignità” al “Fermo Dignità”?
Roma, 6 luglio 2018
Speriamo che chi ha orecchie intenda. UNATRAS, in maniera convintamente unanime – dopo aver comunque dato ampio margine temporale al Ministro Toninelli per l’apertura del confronto con il mondo dell’autotrasporto – ha imboccato un passo di marcia diverso.
Il segnale è stato chiaro: se questo Governo ritiene di poter considerare l’Autotrasporto tra le “varie ed eventuali” della sua agenda politica, come finora ha dato l’impressione (e come spesso è successo anche in passato), si sbaglia.
Sono tali e tanti i motivi di preoccupazione delle nostre imprese, da non consentire ulteriori dilazioni, già andate oltre il dovuto.
Da ultimo, la mancata assegnazione della delega per l’autotrasporto ad uno dei tre sottosegretari recentemente nominati è la conferma che non ci siamo.
Nel frattempo, il gasolio continua ad aumentare; le Motorizzazioni continuano a generare inefficienza e, quindi, danni a chi deve fare la revisione dei veicoli. Continuano a non essere pubblicati i costi minimi di esercizio, nonostante la sentenza della Corte costituzionale. Continua, anzi tende ad aggravarsi, la beffa del Brennero. Continua indisturbata la concorrenza sleale di vettori sia italiani che stranieri. In più, giacciono bloccati, in attesa della firma del Ministro, i decreti per le incentivazioni già stanziate per il 2018.
Senza contare l’appuntamento cruciale della Legge Finanziaria per il 2019, che non potrà non interessare le nostre imprese, su cui vogliamo sapere, se e come, questo interessamento prenderà corpo.
Rispetto a tutto ciò, l’immobilismo istituzionale a cui stiamo, ormai, assistendo da oltre quattro mesi, non è accettabile, per ragioni di metodo e di contenuti.
E quindi, UNATRAS ha voluto esprimere il proprio disappunto, dicendo che, se entro pochi giorni non verrà una risposta dal Governo, l’attenzione istituzionale e politica sul settore sarà richiamata attraverso la forma di lotta più nota e clamorosa a nostra disposizione: il fermo nazionale dell’autotrasporto.
Non è, per noi tutti, una decisione presa a cuor leggero ma, tuttavia, considerata come necessaria per rimuovere il muro di gomma che attualmente abbiamo di fronte.
Noi abbiamo la serenità di chi, avendo ricercato, con rispetto istituzionale e pazienza, un confronto con il nuovo Governo, si sente del tutto legittimato a chiedere, a questo punto, ai trasportatori di aderire, se necessario, ad una risposta democratica, civile e dura nello stesso tempo (i cui effetti sull’economia nazionale non ci sfuggono), che sarebbe comunque utile a chiarire quali siano le effettive priorità di questo Paese, sia alla politica che alle persone che in questa società vivono e lavorano.
Per dirla con una battuta, non vorremmo che dopo il “decreto dignità” emanato del Governo, si arrivasse ad un “fermo per la dignità imprenditoriale” proclamato dai Trasportatori.
Tutto questo per chiarire che l’Autotrasporto non intende stare a chiedere, con il cappello in mano, cortesie a nessuno. Ognuno – Governo e Associazioni – deve fare il proprio mestiere.
Noi intendiamo farlo, con lealtà, ma senza sconti.
Claudio Donati