Ora, se si guarda al periodo che va dall’approvazione della legge di stabilità 2015 (e cioè dal 30 dicembre 2014) ad oggi, si può azzardare la seguente sintesi: il Governo, dopo aver incassato l’ok delle Associazioni dell’autotrasporto su una mezza riforma del settore dettata da Confindustria e Confetra (e infilata in un emendamento della legge di stabilità, insieme a 250 milioni di fondi, resi strutturali da quest’anno), ha deciso che il settore non avesse più niente da recriminare e quindi potesse essere derubricato a routine amministrativa. In ciò aiutato anche dalle evidenti divisioni all’interno delle associazioni. E così, ha chiuso la porta a ogni tipo di interlocuzione istituzionale.
Nello steso periodo, l’amministrazione ministeriale si è sbizzarrita in alcuni provvedimenti (Circolare sulle revisioni dei veicoli e Circolare sul passaggio delle competenze sull’Albo dalle Province alle Motorizzazioni) che sembrano nascere dal sadico desiderio di rendere la vita dei trasportatori ancora più dura di quanto già non sia.
Un insano furore burocratico, in cui l’improvvisazione fa persino premio sul sospetto di eventuali giochi poco chiari: é semplicemente lo Stato burocrate che si scatena, senza un vero motivo, contro il contribuente. Con l’unico effetto di risultare insopportabile.
Siamo di fronte all’angheria, gratuita ed incomprensibile, che fa pensare allo “Stato incapace”, proprio come lo vogliono quelli che dello Stato non hanno necessità.
Ulteriori lungaggini burocratiche a carico dei trasportatori dovute esclusivamente all’incapacità della Pubblica Amministrazione. Così che, se ieri per avviare un’impresa occorrevano 40-50 giorni, oggi l’amministrazione se ne prende 120. E’ così che si vuole aiutare la ripresa delle aziende?
Di questa situazione l’onorevole Delrio non può non sapere e, soprattutto, non può chiamarsi fuori.
Se poi andiamo agli argomenti più propriamente politici (il dumping sociale, i tempi di pagamento, il rilancio delle funzioni dell’Albo, etc.) posti da mesi all’attenzione del Governo, è fin troppo evidente come la scelta dilatoria sia il frutto di una precisa opzione politica.
A questo punto, mi pare che ci sia poco da dover ulteriormente rimuginare.
Si tratta, appunto, di fare due più due e tirare le somme. Un compito che tocca alle Associazioni e, innanzitutto, a UNATRAS-
Che, ci auguriamo, possa, fin dalla prossima settimana, dimostrarsi all’altezza.
Nel frattempo, la notizia di un incontro il 27 p.v. al ministero sulla questione siciliana, è un piccolo, ma positivo, segnale che, per altro, conferma il sospetto che questo governo si muova solo se non può farne a meno.
Al riguardo, è fin troppo evidente osservare come dal territorio arrivino, da nord a sud, continui segnali di malessere e di tensione da parte dei trasportatori. Il punto è, se a queste ragioni, a livello istituzionale, si voglia dare ascolto, oppure no.
Al momento, tutti i segnali indicano, purtroppo, che il Governo non consideri le questioni dell’autotrasporto degne di attenzione.
A noi il compito di fargli cambiare rapidamente opinione.
Claudio DONATI
Segretario Generale
di TRANSFRIGOROUTE ITALIA ASSOTIR
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